Lancisa
Il paese di Lancisa è situato ad un’altitudine di 800 metri, nella Montagna Pistoiese ai piedi del poggio Ancisano e della Serra Maggiore, sullo spartiacque dei torrenti Volata, Verdiana e della Forra del Comune. Dell’abitato fanno parte inoltre le località di Andia Paradiso, Il Serrino, Casa Sperandini, Casa Piastre, Il Trogo, Ripi, Castelluccio e Castel di Mura.
Per tradizione, trarrebbe origine da una battaglia quivi svoltasi fra i Romani, guidati da Lucio Postumio Albino, e le locali popolazioni di Galli Boi. I celti, si erano disposti nella vicina Selva Litana (menzionata nell’omonima via del borgo) dove decimarono l’esercito tiburtino, scagliando tronchi di alberi incisi contro il contingente avversario; da qui il toponimo “Incisa” successivamente evolutosi in “Ancisa”.
Il cruento scontro del 216 a.C. tra Galli Boi e Romani
Le citazioni documentali più antiche dell’odierna Lancisa risalgono al XIII secolo, quando era parte della giurisdizione di Lizzano; già vi si trovava una cappella dedicata a Santa Maria, sottoposta alla pieve lizzanese.
Fra il 1551 e il 1568 venne formato il comune autonomo di Lancisa e Spignana, dove nella prima risiedeva l’esecutivo di giunta. Le località assieme avevano una popolazione di 1.625 abitanti. Nel 1775 il comune fu sciolto ed entrò a far parte della Comunità della Montagna di Pistoia.
Il Borgo di Lancisa, offre al turista, come una balconata, lo spettacolo di un panorama incomparabile, di una vallata amenissima incorniciata all’orizzonte dalle vette appenniniche della Doganaccia, Libro aperto, Gomito, Tre Potenze, Piastra. Su in alto, a nord-ovest, il Sestaione, poi tutta la vallata del fiume “Lima” dal quale si stacca il costone che, da San Vito, porta alla Cuccola e alla Doganaccia.
Ai piedi, “Lizzano” e, nel fondo valle, “Pratale”, da cui è possibile arrivare a Cutigliano per la strada antica. In una giornata di sole, specialmente quando lo “Spigolino”, la “Doganaccia”, il “Libro Aperto”, il “Gomito”, sono incappucciati di neve, è uno scenario fantastico che fa meritare, davvero, a questa parte della Montagna Pistoiese, di essere chiamata la Svizzera Italiana.