La Lima è una frazione del comune di San Marcello Piteglio, sviluppatasi intorno all’incrocio tra la Strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero e la Strada statale 66 Pistoiese, che qui ha termine. Ubicata sul lato destro dell’omonimo torrente, è un importante snodo viario per la Montagna Pistoiese. Vi si trova la chiesa dei Santi Paolo Apostolo e Caterina d’Alessandria.
Lungo la Statale 12, subito dopo il bivio in direzione Abetone, si trova un interessante reperto di archeologia industriale cartaria (Cartiera Cini) fulcro della produzione nazionale dalla metà dell’Ottocento alla seconda metà del Novecento, nonché, al vecchio confine con l’estinto comune di San Marcello Pistoiese, le ultimi propaggini di un impianto per la produzione di energia idroelettrica.
Nel tratto tra La Lima e Popiglio si trova la località Piantaglio, con i resti di una fabbrica di ceramiche ed una piacevole discesa al torrente Lima.
La Lima nasce dal fiume che lo attraversa, il torrente Lima per l’appunto, e da un’idea semplice ma rivoluzionaria, e anch’essa probabilmente nata dal fiume.
Tutto iniziò quando i fratelli Cini decisero, nel 1822, di costruire una cartiera che potesse sfruttare la corrente del fiume per il suo funzionamento. Fino a quel momento il paese era composto solamente da una casa e un deposito per i carri che percorrevano la strada verso Lucca, l’idea di costruirci una fabbrica poteva sembrare pura follia. La cartiera iniziò a funzionare e a lavorare egregiamente e piano piano intorno ad essa crebbe tutto il paese. I fratelli Cini fecero costruire le prime case per accogliere le maestranze dai paesi vicini, poi costruirono l’asilo e la scuola. In seguito vennero fondate anche la Società di Mutuo Soccorso e la banda musicale, piano piano La Lima divenne uno dei paesi più vivi della montagna. Come a Campo Tizzoro anche la chiesa della Lima è stata realizzata dalla fabbrica ma le similitudini finiscono qua. La chiesa inizialmente era un oratorio dedicato a San Paolo apostolo e fu costruita nel 1949-1950 per commemorare Paolo Farina Cini caduto sul fronte russo, il progetto venne seguito e realizzato dall’architetto e pittore Romano Dazzi. Solo sulla fine degli anni 80, con la costituzione della parrocchia l’oratorio venne elevato a chiesa parrocchiale e ulteriormente abbellito con un affresco di S. Antonio da Padova opera anch’esso di Romano Dazzi e acquistato con il contributo dei paesani.
Purtroppo la Seconda Guerra Mondiale cambiò radicalmente il destino del paese. Non solo i tedeschi durante la fuga distrussero il ponte che attraversava il fiume, uno dei più belli della montagna ricostruito nell’immediato dopoguerra senza però gli ornamenti originali, ma la cartiera fu costretta a riconvertire la produzione vista la mancanza di cellulosa. Dopo la guerra la carta rigenerata non aveva più mercato e i Cini avrebbero dovuto riconvertire nuovamente la produzione ma non erano più in grado di sostenere le spese e furono costretti a cedere la fabbrica a una finanziaria. Da lì in pochi anni la fabbrica chiuse definitivamente.
La Lima resta un crocevia chiave, così come lo ha contrassegnato la sua storia, per gli spostamenti verso l’Abetone e il modenese, lì si uniscono infatti la SS12 che proviene dalla costa toscana con la SS66 da Firenze.
Un salto nel passato, dal medioevo ai primi del ‘900, attraverso la Valle della Lima e i suoi ponti.
Un semplice escursione seguendo il corso del fiume Lima, attraversando un sentiero nei boschi, valorizzato e curato dall’Associazione Culturale Valle Lune. Il percorso congiunge i due ponti che caratterizzano questa porzione di territorio: il Ponte di Castruccio e il Ponte sospeso.
Tra le vette appenniniche che possono toccare quasi i 2000 mt. di quota della Montagna Pistoiese, molte sono le testimonianze storiche di particolare valore, tra queste il Ponte di Castruccio è uno degli esempi più importanti e meglio conservati. Circondato dalla natura, è un ponte di pietra sul torrente Lima, sito tra Piteglio e Popiglio e ricadente nel comune sparso di San Marcello Piteglio, nelle vicinanze del più famoso Ponte Sospeso, il ponte tibetano più lungo d’Italia.
Altrimenti chiamato localmente Ponte di Campanelle, fu realizzato da Castruccio Castracani degli Antelminelli, condottiero lucchese vissuto tra il 1281 e il 1328, dal quale prende il nome. Lo eresse utilizzando pietra e ciottoli di fiume nel 1317, sulle rovine di un ponte romanico, situato all’epoca sul confine tra Pistoia e Lucca.
Il Ponte di Castruccio è stato realizzato con un’unica volta a tutto sesto e presenta la linea arcuata della tipica forma a schiena d’asino, caratteristiche che permettono l’attraversamento del corso d’acqua senza dover ricorrere a dei pilastri centrali. Data la sua forma audace, come tutti gli altri ponti a schiena d’asino può essere chiamato anche Ponte del Diavolo: leggenda popolare vuole che solo il diavolo sapesse realizzare opere così ardite.
Vi è legata anche un’altra storia, il tradimento di Filippo Tedici, il pistoiese che vendette la sua città ai lucchesi e che tradizionalmente si narra che fosse stato ucciso dai fedeli a Pistoia proprio nei pressi del Ponte di Castruccio.
Sulla sponda destra e sinistra del fiume, al limitare del ponte, si trovano rispettivamente il Mulino di Domenico o di Campanelle, risalente al periodo a cavallo fra il ’700 e l’800 e attivo fino a circa la metà del ‘900, e le Vecchie Dogane, gli antichi caselli daziari che vigilavano sul commercio tra Pistoia e Lucca.
Il Ponte di Castruccio, incastonato in uno dei bellissimi paesaggi naturali che solo l’Appennino toscano può regalare, è un luogo da non perdere durante una gita alla scoperta della Montagna Pistoiese ed è facilmente raggiungibile sia dal fianco sinistro in località Lolle che da quello destro di Popiglio.
Il Ponte Sospeso delle Ferriere fu costruito negli anni 20 del ‘900, per consentire agli operai della Società Metallurgica Italiana (S.M.I.) di raggiungere in poco tempo le fabbriche di Mammiano Basso. Fino al 2006 ha detenuto il record di ponte pedonale sospeso più lungo del mondo.

